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Anche Gauguin, come Van Gogh, inizia relativamente tardi a
dipingere e si affaccia al mondo dell'arte senza una specifica preparazione accademica.
Nato a Parigi nel 1848, fino al 1883 è impiegato come agente di cambio e solo nel tempo
libero coltiva il suo interesse per la pittura. Si lega al gruppo degli impressionisti -
in particolare a Pissarro - e partecipa ad alcune delle loro mostre collettive. Ma già
alla metà degli anni '80 avverte il desiderio di allontanarsi dalla capitale francese per
scoprire nuovi luoghi e nuove civiltà. Nel 1885 compie il primo dei suoi viaggi in
Bretagna, a Pont-Aven, dove da diversi anni si era formata una colonia di artisti, di cui
facevano parte, tra gli altri, Emile Bernard e Paul Sérusier. |
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A contatto con questa civiltà incontaminata, la pittura di Gauguin trova
modo di esprimersi al meglio. Scrive: "Amo la Bretagna, ci trovo il selvaggio,
il primitivo [
] sento le sonorità sorde, compatte e possenti che cerco in
pittura." La resa pittorica di quelle atmosfere si avvale di ampie stesure cromatiche
piatte e uniformi, nettamente campite da contorni marcati. Il cromatismo è vivace e
brillante, mentre l'uso della linea tende alla semplificazione e al decorativismo. Ne
risulta una visione di sintesi fortemente espressiva, che rimarrà il tratto saliente
della pittura di Gauguin anche nei periodi seguenti. Gli
anni successivi sono caratterizzati da continui spostamenti alla ricerca di mondi
incontaminati: a partire dal 1887 si reca dapprima a Panama, poi in Martinica; al ritorno
in Francia è di nuovo in Bretagna e poi ad Arles, a dipingere insieme a Van Gogh; dal
1891 trascorre lunghi periodi a Tahiti e nelle isole Marchesi, dove muore nel 1903.
L'attrazione per tutto ciò che è primitivo, esotico, incontaminato, è
una componente essenziale della cultura ottocentesca e riveste un ruolo fondamentale per
il rinnovamento del linguaggio figurativo europeo. La figura di Gauguin incarna
perfettamente questo atteggiamento assai diffuso, che porta gli artisti all'attenzione
verso temi e linguaggi estranei alla tradizione accademica Il processo di contaminazione
di fonti e modelli riguarda sia tradizioni artistiche lontane nello spazio - come nel caso
dell'arte giapponese - sia manifestazioni di civiltà ormai scomparse - come nel caso dei
reperti conservati nei musei archeologici ed etnografici. Ma la commistione di modelli
eterogenei interessa anche espressioni di cultura materiale: fonti "basse",
testimonianze extraartistiche che entrano a far parte del lessico della pittura. |
Gauguin e Tahiti
"Metto in questo ritratto ciò che l'animo ha permesso agli occhi di vedere e
soprattutto, penso, ciò che gli occhi soli mai avrebbero mai veduto, questo fuoco intimo,
intenso". Gauguin, dopo la prima esperienza primitiva all'isola di Tahiti fatta nel
1893, decide di ritornarci nel 1895 e di restarvi a lungo. La pittura del secondo
soggiorno del periodo tahitiano testimonia la ricerca e il confronto dell'artista con un
luogo incontaminato dalla civiltà, una sorta di paradiso terrestre in cui respirare lo
stato selvaggio della natura e godere di una diversa bellezza femminile. In quest'arte
"primitiva" le figure, i paesaggi, le forme e i colori trascendono il dato reale
apparente per suggerire significati più reconditi e profondi. |
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Questo dipinto testimonia come Gauguin sia interessato alla tipologia muliebre tahitiana:
sensuale ed espressiva, ma al tempo stesso classicheggiante. Colpisce la profondità e la
dolcezza dello sguardo della fanciulla che offre il canestro di fiori, coinvolgendo
l'osservatore. I due nudi femminili diventano quasi un simbolo della primitiva vitalità,
pura, felice, istintiva. I colori caldi e la sintesi formale consentono al pittore di
trasmettere un immagine ricca di spiritualità, d'incanto, quasi magica.. |
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